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Rivolta del contado VernaLa rivolta del contado 

di Giovanni Verna

 

48 pagine - formato 17x24 cm

Ristampa 2019 a cura di Nino Bindi

 

 

Nel 1962 Giovanni Verna pubblica - LA RIVOLTA DEL CONTADO - Sottotitolato (I tumulti di Atri del 15 febbraio 1906). Leggerete nella introduzione dell’autore lo scopo di questa ricerca storica, le fonti e il perché della scelta di non intervistare i personaggi dell’una e dell’altra parte ancora troppo vicini ai fatti e quindi  emotivamente ancora non distaccati da essi. Giovanni si augurava che questo libro accendesse in altri il gusto della ricerca. Colmare i vuoti culturali di un paese piccolo come Atri ma antico, e quindi ricchissimo di storia e di tradizioni, era una sua sentita aspirazione. Eccoci ora al 2019 e, dopo cinquantasette anni, arriva la ristampa del volume di Giovanni - LA RIVOLTA DEL CONTADO -.

E siccome nulla nei processi culturali avviene per caso, è bene ricordare che gli otto anni dei Mercoledì della Cultura di Giovanni sono stati un seme che alcune persone e associazioni hanno tradotto in frutti. Infatti gli incontri culturali sono continuati per iniziativa del Prof. Tommaso Antonelli, delle Acli di Atri, della FAP ACLI, della famiglia Verna e recentemente anche per merito della nascente associazione Verna Cultura. Gli affezionati di questi incontri sanno che gli amici e colleghi di Giovanni che lavorano in RAI, non hanno fatto mai mancare il loro importante apporto. Antimo Amore e Umberto Braccili in particolare. E da questo filone nasce l’idea della ristampa della - RIVOLTA DEL CONTADO -. Non parlerò del suo contenuto né, ovviamente, m’improvviserò critico storico/letterario. Solo una riflessione che, sono certo, Giovanni avrebbe gradito. Giovanni nel suo libro scrive che ci furono uomini di cultura dalla parte dei rivoltosi. Nomi letti nelle carte da lui ricercate, uomini indagati e prosciolti. Ora è capitato che io sia entrato in possesso di lettere che un atriano del tempo spediva forse all’uomo per cui lavorava. Il destinatario si trovava a Roma e riceveva notizie e cronache  della rivolta del 15 febbraio 1906 contro il municipio di Atri governato dal Sindaco Ambrogio Arlini. La descrizione di quelle ore combacia a grandi linee con la narrazione di Giovanni Verna. Ma mentre Giovanni, abbiamo visto,  non menzionò personaggi vicini alle vicende, (Alcuni  ancora viventi), questo anonimo scrive in una lettera del 13/01/1906 che Giuseppe Verdecchia di Casoli di Atri a capo di un manipolo di 400 casolani sfilò a cavallo lungo il corso di Teramo, portando alla Prefettura una vibrante manifestazione di protesta contro il governo del Comune di Atri. Era un’accusa severa contro la politica di Ambrogio Arlini e della sua Giunta! C’era in primo piano l’ennesima delusione per la mancata ultimazione della strada CASOLI-MARINA e di altre opere ritenute prioritarie. Tutto questo e altro (Il rincaro delle tasse sulle bestie da soma, da tiro e da sella) bolliva in pentola un mese prima che si passasse a vie di fatto tanto che in paese circolò un foglio dedicato “A tutti i socialisti e alla persone oneste” contro l’aumento delle tasse! Questo nome di Giuseppe Verdecchia s’era sempre fatto ma non era passato sui libri della storia atriana. E credo che un posto gli spetti di diritto come personaggio di primo piano dei fatti del 15 febbraio 1906. Sono andato oltre e ho raccolto alcune dichiarazioni della Signora Helvia Tini Persiani nipote di Giuseppe Verdecchia. La Signora ricorda gli episodi proprio perché raccontati dal nonno e con gioia mi ha detto “Sì, era lui il Capo!” E comunque stiamo parlando di un pittore raffinatissimo, di un uomo a capo del comitato di liberazione, di un sindaco di Atri (24 giugno 1944), di un liberissimo pensatore laico. Io l’ho conosciuto. Viso aperto, barba bianca, un leone sempre sorridente e sempre con la voglia di raccontare. Dimenticavo. Era anche l’uomo della tenerezza, quella stessa tenerezza che trovate nelle sue tele.

Nino Bindi

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