I fuochi rituali in Abruzzo di Alberto Rasetti
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PRESENTAZIONE
La valenza eccezionalmente simbolica del fuoco è essa stessa la fiammella che ne alimenta il potere soggiogante. Cattura i nostri occhi, li avvince, li ammalia con le sue «lingue» che si innalzano variamente verso il cielo. Come canne di organo prediletto, in un turbinio di scintille appena un poco sfrigolanti, esse tengono alla distanza, quasi fosse una divinità altera che si adora senza che la si possegga. Il mistero del fuoco è nell’essere spaventoso e silenzioso insieme; come un reggimento che arriva di soppiatto, sulle ali della sua invincibilità, senza avvisaglie di salvezza per gli esseri umani.
Il fuoco è l’alfa e l’omega della parabola esistenziale poiché distrugge in quanto crea epifanie. Per Gabriele D’Annunzio il fuoco è la metafora del superuomo e della superiorità della cultura, e, immancabilmente, della passione amorosa che annega in essa le diffidenze del proprio ego, per inaccessibili alchimie. Per Dante è il contrappasso eterno destinato alle anime dei fraudolenti che hanno incautamente impiegato il loro vasto intelletto. Se, dunque, il fuoco è fecondo e indomabile, allora conviene allearsi alla sua forza e utilizzare le sue potenzialità di elemento che immunizza dal pericolo o dal male. La storia sui fuochi rituali in Abruzzo è il racconto di questa amicizia ancestrale fra il fuoco e l’uomo: essa tiene a bada le paure e i cattivi presagi. La paura per il buio, sopra tutto, come nella rappresentazione de i faugni di Atri o per allontanare lo spettro delle annate povere di raccolti. Ma l’amicizia è utile anche ad ingraziarsi la protezione mariana, come nella notte dei focaracci ad Avezzano, o di Sant’Antonio ad Ateleta e a Collelongo, o di San Giuseppe a Sulmona.Il mito del fuoco si intreccia poi con gli eventi storici di questa regione e dà luogo ad una narrazione della nostra memoria che vive di rappresentazioni popolari collettive, fantasiose e poetiche. Le farchie di Fara Filiorum Petri rinnovano il miracolo degli alberi nel bosco di Colle Selva, trasformatisi in torce per frenare l’avanzata dell’esercito francese contro la città. Ne lu ciancalone la torcia del giovane silvarolo muta in minacciosa fiamma che spaventa i turchi sbarcati sulla costa adriatica, pronti a razziare e distruggere il centro abitato.La sequenza dei riti ci racconta che laddove c’è bisogno di fratellanza, ci sarà un fuoco; dove si sente il bisogno di ultraterreno c’è un fuoco; perfino quando c’è un esercito pronto a colpire si potrà sperare nel prodigioso fuoco che divampa per schermare, terrorizzare, ricordare agli uomini il suo dominio primordiale, secondo la fisica aristotelica. Per questo è fascinosa l’idea dell’Autore di tracciare un racconto delle genti d’Abruzzo attraverso il loro rapporto con il mito: scoprire le loro più intime preoccupazioni, le abitudini, la memoria a loro volta ereditata secondo criteri di continuità, capaci di sfidare i secoli e la modernità.
Antonella Tollis
PROFILO DELL’AUTORE
Alberto Rasetti nasce a Montefino il 26 dicembre 1944 e l’anno successivo si trasferisce in Atri con la famiglia.Alberto Rasetti nasce a Montefino il 26 dicembre 1944 e l’anno successivo si trasferisce in Atri con la famiglia.Consegue il diploma di geometra e la laurea in Economia e Commercio.Docente emerito di Scienze economico-aziendali, terminata l’attività libero-professionale ed abbandonati gli impegni politici ed amministrativi, si è dedicato alla riscoperta dei valori, tradizioni, storia e costumi della città che lo ospita dalla primissima infanzia ed alla quale è legato da un profondo amore filiale. Avverte la necessità di rendere merito alle indubbie bellezze e tesori che Atri possiede nella consapevolezza che tale patrimonio, peraltro apprezzato in Italia e nel mondo, viene spesso sottaciuto dagli atriani, talora inconsapevoli di ciò che hanno la fortuna di poter godere giornalmente.In questa ottica si inquadrano, oltre al presente volume, anche i due che lo precedono e, precisamente, “Ricette antiche della cucina atriana” edito nel luglio 2016, “Il monastero di Santa Chiara di Atri e i suoi segreti” edito nel luglio 2017 e “Passeggiando tra i calanchi e le fontane archeologiche” edito nel luglio 2018.